Nei primi anni di questo secolo (e comunque prima del 2004), mi aggiravo per le strade di Pigna con una sagoma di legno. Le misure, 132 x 70 cm, erano quelle di un San Michele Arcangelo, una scultura (o meglio, un altorilievo in legno dipinto e dorato) appena restaurata, e senza fissa dimora.
Nel grande polittico della parrocchiale, capolavoro di Giovanni Canavesio datato 4 gennaio1500, il San Michele occupava anticamente una nicchia chiusa dallo scomparto centrale: nel senso che poteva emergere alla vista solo rimuovendo, come una sorta di sipario, la tavola su cui risultava dipinto un altro San Michele.
Pur essendo stato ideato, con ogni probabilità, dallo stesso Canavesio, e uscito dalla sua stessa bottega, il San Michele ligneo era stato un po’ dimenticato ed era finito in un armadio della sacrestia.
Per trovargli una degna collocazione in chiesa – e si pensava a una certa nicchia sopra un certo altare -, bisognava organizzarsi con una simulazione: da qui la sagoma.
Né Riccardo Bonifacio (il restauratore, e autore della foto), né il sottoscritto immaginavano, allora, che quella sagoma potesse in qualche modo alludere alla futura stagione dei cartelami.


M. Bartoletti, Scheda 48, in La Sacra Selva. Scultura lignea in Liguria tra XII e XVI secolo, catalogo della mostra (Genova, chiesa di Sant’Agostino) a cura di F. Boggero e P. Donati, Milano (Skira) 2004.

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