A Genova, il piano regolatore del 1877 generava a levante del torrente Bisagno uno scacchiere di cui corso Torino costituisce, in direzione mare, uno degli assi principali.
Detto ciò, la nostra attenzione si concentrerà su un palazzo di fine secolo all’angolo con corso Carlo Barabino, e sul suo doppio portale: più esattamente, sulle quattro figure ignude di cariatidi che affiancano i due ingressi.
Erme di cariatide, se vogliamo, perché terminano inferiormente in una sorta di allungato modiglione. Ma a me, fin da piccolo, hanno sempre dato l’idea di essere state legate e lasciate lì: non lasciate a reggere, ma appese, con i capelli sciolti disordinatamente sulle spalle e quei seni sontuosi che – ce lo siamo confessati da tempo, Marco Spiccio ed io – provocavano in noi bambini precocissimi turbamenti.
Tant’è, ci siamo tornati su con l’Operazione Arcivernice: sul retro del jewel case del nostro ormai introvabile bootleg del 1998, la foto di Patrizia Biaghetti ci ritrae – Marco stesso, Augusto Forin e il sottoscritto – a contemplare, inquieti e rapiti, quei pomi.