Non avevo ancora incontrato Spiccio e Forin, e facevo ascoltare qua e là, dove capitava, le mie canzoni accompagnandomi con una tastiera: così, per il puro gusto dell’avventura.
Una sera d’estate, credo nel ’97, in un bel giardino di Taggia feci, ad un tempo, la fondamentale conoscenza di Giacomo Lantrua e dei “giocattoloni” di Giancarlo Manco. Uno di questi, il Modulo, faceva bella mostra di sé sul parterre erboso. Alto un paio di metri, reagiva con dolcezza alle spinte e procedeva ondeggiando: perché era proprio concepito per procedere così, con una sorta di moto vacillante.
Nel ’99, Fulvio Cervini dedicava ai lavori di Manco una bella pagina nelle sue Storie di legno, sottolineando l’evidente valore “pubblico” di queste sculture, pensate per essere vissute e per attribuire senso a un luogo.
Nel frattempo avevo conosciuto Spiccio e Forin, fondato con loro l’ “Arcivernice” e pensato subito a un concerto dedicato a Giancarlo, con le nostre canzoni che si appoggiavano ai suoi grandi giocattoli, in uno spazio urbano che alla fine però non si trovò. Giancarlo mi ha poi consolato regalandomi i modellini di alcune sue installazioni e macchine mobili. Sono tutte a casa mia, messe dove mi capita più spesso di passare.


 Fulvio Cervini, Storie di legno. Viaggio nella scultura lignea in Valle Argentina, Arma di Taggia (Pro Triora Editore) 1999.