Paola Valenti mi chiedeva, nella primavera del 1998, di partecipare con un’intervista e una canzone al docu-film Genova superba, che in autunno avrebbe laureato Elmar Fasshauer regista presso la Kunsthochschule für Visuellen Medien di Colonia.
Il coinvolgimento si sarebbe poi esteso, nel solo “giro” dei cantautori, a Max Manfredi e a Marco Spiccio.
Presentato con successo il 13 aprile 2000 al Goethe Institut di Genova, il film di Elmar sarebbe stato riproposto da lì a qualche mese alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, suscitando in quell’occasione nel pubblico – ricordo in particolare l’intervento di un’anziana signora inglese – qualche commento ostile.
Probabilmente, quel “superba” nel titolo aveva contribuito a creare qualche misunderstanding: perché, a ben guardare, l’immagine che il ventisettenne Fasshauer si era fatto di Genova era quella di una città tanto affascinante sotto l’aspetto estetico-ambientale quanto ricca di contrasti pesanti e irrisolti, soprattutto sul piano della convivenza sociale e dell’assimilazione fra diverse culture; e le interviste realizzate per il suo film-documento contribuivano a quell’atmosfera particolare, giocata su un’alternanza di attenzioni affettuose e di un realismo su toni noir.
Bei ricordi a parte, di quell’esperienza conservo solo una preziosa cassetta VHS e la stampa di un’istantanea in bianco e nero, fattami da Elmar in una pausa delle riprese.