Il pittore aveva portato in giro per la campagna gli allievi delle elementari di Garlenda, per fare scorta di terre.
Aveva anche spiegato loro come raffinarle, e come trattarle con resine naturali.
Lavoravano in cerchio su vecchie lenzuola di casa. “Ho provato a fargli fare cose un po’ più astratte,” mi diceva Andrea, “ma tant’è ci infilano un pesce o una casetta: e comunque va benissimo così.”
La mostra nel castello di Garlenda, Dipingere con le terre, risale alla primavera del 1997: le lenzuola dipinte dalla squadra dei ragazzini restavano esposte con pari dignità accanto alle tele di Andrea Bagnasco, mentre le locandine (e addirittura, gli inviti) erano state stampate lasciando due spazi vuoti, a disposizione di entrambi. “Così”, diceva lui, “ognuna diventa importante, un pezzo unico”.
Il Gruppo delle Terre era stato fondato a Voltaggio nel 1976, da Bagnasco e da altri sette artisti (che dopo qualche anno si ridurranno a cinque), con la firma di un manifesto che fa dell’atto del dipingere la fase conclusiva di un’operazione più complessa, “iniziata con la ricerca della materia nel suo ambiente”.
Andrea Bagnasco, Come dipingere con le terre naturali, Genova (De Ferrari & Devega) 2006.
Una tela dipinta collettivamente nel 1983 con le terre naturali, alta 2,5 metri e lunga 35, è stata riproposta nel 2014 al Centro Civico di Genova-Sampierdarena: Articolo su “Il Secolo XIX” – 07/02/14