Unica opzione possibile
in questa rigida sera d’inverno,
decementare il mio perno
e ripensare da capo l’impianto…
Mi metto comodo e dico:
“Magari poi non è niente”.
Dall’ombra emerge un odonto
che scuote la testa e fa:
“Mission impossible”.
E resti lì a bocca aperta,
e resti lì nelle mani di un altro,
assecondando gli eventi
come conviene ai normali pazienti.
“E come andiamo col lavoro?”
“Insomma, non mi lamento.”
“E dove andiamo in vacanza?”
“Devo decidere ancora…”
UAAAAAAAAAAAAAAAAA
Dove lo trovi un dentista
che non ti faccia domande
mentre stai lì, a bocca aperta,
con l’aspiratore che fa quel rumore?
Ma d’altra parte è evidente
che non potrebbe lavorare
senza tenere sotto soglia
questo mio flusso salivare.
E resti lì a bocca aperta…
“Mi posso mica sciacquare?”
“Sciacquati bene, però.”
“E quanto manca alla fine?”
“Ancora un po’ di pazienza.”
UAAAAAAAAAAAAAAAAA
L’otturazione è un cemento
che sa di chiodo di garofano,
ma lascia incerto il mio alito
sulla durata del fenomeno.
E mentre lascio l’impronta
sulla cartina articolare
so di aver fatto qualcosa
per quel che resta da fare.
E resti lì a bocca aperta…
Da anni siamo clienti, Federico Bagnasco ed io, di un medesimo dentista-amico, Enzo.
Solo un dentista-amico può permettersi di sfidarti a scrivere una canzone sull’odontoiatria.
Ci siamo presi tutto il tempo, Federico ed io: avendo deciso, da subito, di condividere parole e musica (ovvero di lavorare, entrambi, tanto sulle parole quanto sulla musica).
Mia moglie non ha potuto nascondere una certa perplessità davanti a certe mie letture serali a base di festonature gengivali, flusso salivare, cartine articolari…
Leggevo riviste per soli dentisti.
D’altra parte, per calarti senza disagio in un determinato ambiente devi pur avere una qualche familiarità con il suo lessico.
Punto nodale del pezzo, il dialogo difficile tra dentista e paziente, dopo l’inserimento dell’aspiratore. Il fatto, cioè, di dover rispondere a domande d’intrattenimento “mentre stai lì, a bocca aperta, con l’aspiratore che fa quel rumore”.
Enzo stesso è rimasto colpito, quando gliel’abbiamo fatto notare.
Si è riscattato, pienamente, accettando di “fare se stesso” nella canzone: e chiunque l’ascolti intuisce – ne siamo certi – che quel dentista è un dentista vero.