Tre Febbraio
Con Andrea Piccardo, anima e motore della della “Genoa Comics Academy”, avevo concepito qualche anno fa l’idea di un fumetto sul ciclista Antonio Negrini, il gregario di Costante Girardengo. Io mi sarei dovuto cimentare in una sorta di sceneggiatura, mentre Andrea avrebbe lavorato sull’immagine grafica del personaggio.
Land art sul Piota
Percorrendo in discesa, lungo il suo minuscolo asse viario, il borgo medievale di Lerma si finisce, quasi di colpo, sul ciglio della rocca. E da lì, lasciando spaziare lo sguardo, si finisce per individuare, sulla riva del torrente, una serie di grandi disegni fatti con i sassi. Una specie di tranquillo geroglifico che verrebbe voglia di poter interpretare (ma che tutto sommato è anche piacevole così, da guardare e basta).
Porta verde a Morsasco
La porta è affiancata - a destra, sul muro - da una timida scritta che potrebbe indicare la sede di un’associazione, forse di una cooperativa. Ma sopra, l’insegna dipinta a grandi caratteri chiarisce come quella fosse già la Casa del Popolo. E al di sotto trapela un’altra scritta, di analoghe dimensioni, facilmente deducibile (Casa del Fascio).
Mattoidi
Tra i molti testi interessanti di cui un caro amico, Bruno Ciliento, da tempo mi gratifica, ne ripesco uno che forse non avevo considerato con la dovuta attenzione. A meno che, a suo tempo, non l’avessi lasciato da parte proprio perché me ne sentivo in qualche modo coinvolto… (Ma no, non credo.)
Dimore dell’Alto Monferrato
Passi per Cremolino e l’occhio si sofferma su una bella casa lungo la strada: la classica dimora di fine Otto. C’è infatti la data 1884 sopra la porta d’ingresso, e lungo la facciata un pergolato sorretto da colonnine di ghisa. L’immancabile torretta, e a fianco della casa, su un corpo di fabbrica minore, la statua di un ragazzino pensoso. Siamo - direi - un po’ con De Amicis e un po’ con Gozzano.
Microsculture monumentali
Che la monumentalità non sia legata a semplici questioni dimensionali, lo sappiamo; ovvero, dovremmo saperlo. È bello però averne, di quando in quando, una sorprendente conferma. Pensavo alle microsculture in carta e colla di Stefano Mosto: figure alte poco più d’un centimetro, essenziali nei volumi ma ben definite nell’atteggiamento e nell’espressione dei rispettivi movimenti.
Una città fantasma
Nell'entroterra dell'isola di Rodi (che fin dal 1912, con la guerra Italo-Turca, si trovava sotto il dominio italiano), venivano edificate negli anni Trenta le strutture di un'ambiziosa colonia agricola, Campochiaro,
Di terza classe
In un momento di pausa dalle nostre recenti fatiche, Piero Boccardo mi ha messo davanti agli occhi un fascicoletto a stampa, Temi di letteratura per gli esami di concorso ai posti di volontariato e di commesso di terza classe negli Uffizii Civici, secondo il Regolamento del 5 Aprile 1872.
Sul Fiume
Un breve testo ospitato da Gianni Priano sul "Foglio" di Tiglieto, il periodico della biblioteca "Adriano Guerrini". Riprendendo, con variazioni, un discorso già affrontato su questo stesso sito ("Boschi ripali").
Superbarocco
« E adesso scegline una.» « Opera ? » « Una sola, fra tutte quelle di Superbarocco. » « Non mi è difficile: il Battesimo di Gesù di Anton Maria Maragliano, la cassa processionale. »
Vecchie insegne
Girando in bicicletta i paesi dell’Alto Monferrato, incontro vecchie insegne - ottocentesche, o di primo Novecento - dipinte sui muri esterni delle case: per lo più, labili resti. Trattorie, rivendite di pane, qualche barbiere… Rari i casi di un restauro, di una memoria conservata. Ed è sorprendente che a Molare, a due passi dalla piazza principale, resti traccia di una “Trattoria del Popolo” di cui nessuno ricorda più nulla.
Tranche de vie
Ad Aramengo d’Asti, dov’è nata ed è attiva la “Nicola Restauri”, Anna Rosa Nicola (figlia di Guido, il fondatore della ditta) mi ha mostrato tempo fa una straordinaria serie di tranches de vie di sua creazione, consentendomi di scattare qualche foto.
Misunderstood
Un capitello che si potrebbe datare alla seconda metà del XII secolo. Ambientato, con l’idea di valorizzarlo in qualche modo, in piazza Jacopo da Varagine, a Genova. A due passi da Sottoripa, non lontano dal Porto Antico. Certo, la piazza non è quel granché. Ci sono state le bombe dell’ultimo conflitto, e poi la costruzione di un grande edificio, in corrispondenza del “dente mancante” della palazzata.
Nel Conservatory Garden
Avevo scattato nel maggio del 2009 questa foto: a New York, nel Conservatory Garden del Central Park. Una coppia di indiani, con lui che riprende lei dopo averla sistemata ad arte tra i fiori (in un certo senso, fiore tra i fiori). Non sarà tecnicamente una gran foto, la mia: ma la scena è molto dolce e mi sembra adatta a formulare un auspicio. Diciamo… per un 2021 diverso.
Grande e piccola
Nell’ambito del Big Bench Community Project, una Grande Panchina è stata sistemata anche a Mornese. Prima di raggiungerla, lungo il “percorso verde”, se ne può notare un’altra, più semplice e di dimensioni normali, donata nel 2015 da Jane Jackson in memoria di Blyden Jackson (presumibilmente il marito). Anche da lì si gode di una bella vista su quella parte di Alto Monferrato e su qualcuno dei suoi castelli. Nulla più dell’accostamento.
Per Ezio
E così, Ezio Vendrame se n’è andato. Genio e sregolatezza del calcio, sarà inutile insistere su questo binomio, già l’hanno fatto in tanti. Certo, è stato un grande centrocampista e non ha potuto essere celebrato come avrebbe meritato per la sua classe davvero grande. (Ma io lo voglio ricordare qui come poeta.) L’avevo conosciutoi nel gennaio del 2000, a San Vito a Tagliamento, dov’ero andato con Spiccio e Forin per un tributo a Piero Ciampi (c’erano anche Nada e Pino Pavone). Ezio aveva letto sul palco alcuni testi di Ciampi, io gli avevo dedicato al volo Mario, una canzone sul calcio visto in chiave quasi lombrosiana. Lui mi aveva poi regalato, e a sua volta dedicato, un suo libro di versi: ne riproduco qui la copertina (con quel titolo significativo) e alcune pagine. Nativo di Casarsa, e dunque contrerraneo di Pasolini, Ezio ci teneva a distinguersi – così diceva – dai ”veri poeti”. Eppure.
Pietrischetto
Si è trattato – è presto detto – di scrivere una canzone abbastanza particolare, con due amici che si cimentano nel lancio di un boomerang sulle colline dell’Oltregiogo genovese (in provincia di Alessandria, diciamo tra Lerma e Mornese). Loro notano, chissà perché, con estremo interesse un cartello stradale di pericolo, con sotto la scritta “Pietrischetto sul piano viabile”, che - per inciso - è un decasillabo. Quel cartello - per inciso - esiste davvero, nel paese di Casaleggio Boiro (in provincia di Alessandria, tra Lerma e Mornese); ed è stato proprio lui a ispirare la canzone.
Cataina
Nei giardini a mare di Sestri Levante (quelli di villa Balbi), mi sono imbattuto l'altro giorno nel piccolo monumento in ricordo di Caterina Bixio. Un busto bronzeo donato a quel Municipio nel 1957 da Francesco Messina, che a Sestri spesso veniva nella stagione estiva.
Idiofonie
Un libro molto particolare di Federico Bagnasco (con i disegni di Andrea Piccardo), tutto giocato sugli strumenti idiofoni (che traggono cioè dal loro stesso corpo, senz’alcuna mediazione, il loro suono).Ho scelto il capitolo – o se volete la scheda – relativa alla tràccola, perché mi attribuisco un po’ il merito di aver attirato l’attenzione di Federico su questo marchingegno, fin dal tempo della mostra sui Cartelami (Genova 2013).